Il polittico di Paroto. Esercizi per una ricostruzione
Un’opera modificata più volte nel corso del tempo, descritta da documenti tardi e contraddittori, numero unico ad oggi ascrivibile nel catalogo di un artista ancora da indagare: il polittico realizzato dal pittore che si firma Parotus nel quinto decennio del Cinquecento per l’arcipresbitero della Pieve di Cemmo, si presenta come un caso complesso ma allo stesso tempo molto stimolante per la Storia dell’Arte. Le tre riflessioni qui raccolte provano ad affrontare le difficoltà dello studio di questa rara testimonianza della cultura figurativa tardogotica muovendo da approcci differenti e complementari, riflettendo sul problema dello stile e della tipologia (Andrea De Marchi), sulla ricostruzione della cultura tecnica del pittore (Vincenzo Gheroldi) e sul confronto fra le evidenze interne all’opera e le testimonianze esterne (Sara Marazzani). Non si giunge ad esiti definitivi e si lasciano aperte diverse piste interpretative, si mette però in campo uno dei problemi centrali del lavoro sulle testimonianze storiche: la questione del riconoscimento delle lacune documentarie e delle strategie utilizzabili per il loro risarcimento.